Nel linguaggio delle gemme, la tsavorite è la pietra della benevolenza, vitalità, prosperità, vigore e compassione. Alla gemma è spesso attribuito anche il potere di rendere fertile chi la indossa.
Tuttavia, a leggere le cronache africane relative a chi quelle pietre le estrae, le virtù summenzionate appaiono alquanto lontane e molto rare in coloro che da queste gemme ricavano il vero profitto. Forse, però, le cose potrebbero cambiare.
Per avere un’idea del contesto, vale ricordare che la tsavorite, un granato assai prezioso, prende la denominazione dal nome del parco a confine tra Kenya e Tanzania, dove si trovano le miniere.
Tale gemma è stata scoperta relativamente di recente (negli anni 70) da un geologo inglese (Campbell R. Bridges) che – secondo alcune cronache – si sarebbe imbattuto in un giacimento mentre sfuggiva rocambolescamente dall’attacco di un animale selvatico. Lo sfruttamento economico è partito poi in sordina, sostenuto da un famoso brand della gioielleria internazionale (Tiffany).
Il lato oscuro dell’estrazione mineraria: sfruttamento e sofferenza
Le condizioni di lavoro nelle miniere sono in generale (ne sanno qualcosa purtroppo anche gli italiani) molto dure e non solo per gli incidenti: la tsavorite non fa eccezione.
In questa zona, le miniere sono lontane dai centri abitati e ciò costringe a una forzata permanenza dei lavoratori, spesso donne, lontano dalla famiglia, lasciando i minori alle cure degli anziani e in condizioni di forte vulnerabilità. Avere a che fare con minerali preziosi, conduce poi spesso i lavoratori a essere soggetti di soprusi, quali le denudazioni forzate volte a verificare che non sottraggano gemme, nascondendole addosso. I turni di lavoro sono inoltre così massacranti che spesso i lavoratori si lamentano di non potere neanche avere il tempo per la cura della propria igiene personale e tantomeno per avere una vita sociale.
La ricchezza che lo sfruttamento delle gemme dovrebbe assicurare non appare però essere condivisa dagli abitanti del territorio, considerato che le statistiche del 2021 indicavano la contea di Taita Taveta, dove si trovano le miniere, in una situazione di povertà di poco migliore rispetto alle altre contee per quanto concerne l’indice di povertà (33,9 rispetto al 38,6). Aspetto, questo, da non trascurare se si considera anche l’impatto negativo che normalmente le miniere hanno sull’ambiente circostante, ragione per la quale un generale sentimento di equità dovrebbe portare a privilegiare coloro che vivono tali impatti negativi.
Fin qui, purtroppo, nulla di nuovo.
Il mondo è pieno di miniere in cui il materiale estratto è frutto di dolore, infortuni quando non anche morte dei minatori senza considerare i danni ambientali e gli avvelenamenti che il relativo sfruttamento provoca.
La tsavorite quindi, a dispetto delle sue supposte virtù, non sembrerebbe fare eccezione.
In questo caso, però, un barlume di speranza, sembra aprirsi.
Le iniziative del governo e il coinvolgimento delle comunità locali
Il governo keniano ha infatti inserito la tsavorite tra i minerali critici (sono 14 in tutto) aprendo così a un monitoraggio del relativo sfruttamento, mediante la concessione di licenze estrattive, che consentono anche l’introito dei relativi diritti concessori. La mossa governativa ha inoltre aperto, non senza iniziali contrasti tra le parti coinvolte, alla possibilità che lo sfruttamento della gemma verde possa essere eseguito da imprese collettive, dando così spazio agli abitanti della contea interessati a svolgere le attività estrattive in proprio (si parla di circa 140.000 minatori come riportato dal The Continent).
In tal senso, quindi, le popolazioni locali avrebbero modo di potere sfruttare direttamente le miniere senza fare capo a terzi concessionari estranei.
Se così fosse e l’esperimento si concretizzasse, si potrebbe aprire un processo virtuoso: da un lato, infatti, il governo potrebbe acquisire le risorse necessarie per sostenere il processo di modernizzazione del paese in atto da alcuni anni e, dall’altro lato – per una volta tanto – le popolazioni locali avrebbero la possibilità di godere dei frutti (in queste caso le gemme) della propria terra.
Il verde della tsavorite lascia ben sperare.