In questa giornata della Memoria 2024 vogliamo ricordare l’Olocausto delle donne e dei bambini.
In precedenza abbiamo ricordato Liana Millu ed Hannah Szenes. È ora tempo di sfogliare una delle pagine più tristi della Storia. Un percorso di resilienza lungo e doloroso.
Se non volete percorrerlo, vi invito a non continuare la lettura.
Nella postfazione alla versione italiana del libro “ Il Male “ di Paul Ricoeur, Paolo de Benedetti ci fa riflettere sulla natura della crudeltà nazista e non solo.
Alcuni bambini vennero lasciati morire di fame e stenti prima di essere fucilati. La fame li spinse a grattare con le unghie lo stucco dei muri per mangiarlo: i pavimenti della stanza in cui attendevano la morte erano ricoperti di escrementi. Un fatto che ci ricorda una celebre scena del film “Schindler s List” in cui i bimbi ebrei si rifugiavano in una latrina per sopravvivere un giorno in più alla selezione che li avrebbe sterminati.
Celebre dallo stesso film la scena della bimba con il cappottino rosso che prima percorre le vie del ghetto come fosse invisibile . Per poi essere una delle tante salme ammassate nel Ghetto.
Perché ricordare le giovani vittime?
Perché la vita gli è stata strappata, con i loro sogni e le loro possibilità.
Eppure rimane lontana la percezione che abbiamo di loro.
Roberto Benigni ci ha regalato il suo film pluripremiato La vita è Bella : tutti noi italiani sappiamo la storia di questa favola meravigliosa. E grazie al successo internazionale, tutti nel mondo.
Eppure la cruda realtà è che Giosuè e Dora sono morti gassati ad Auschwitz. O fucilati in nazioni i cui confini sono stati smembrati dalla Guerra. Affogati nel Danubio legati ad un masso. Le fiamme li hanno soffocati nel Ghetto di Varsavia.
Eppure Giosuè e Mamma Dora hanno vinto: inchiniamoci alla forza ed al coraggio di tutte le Dora che grazie al loro sacrificio hanno dato dignità ai terribili momenti finali delle vite dei loro bimbi.
“Perché Mamma mi hai fatto indossare l ‘abito dello Shabbat se stiamo per essere fucilate?” Immagino lo sguardo della Mamma e la sua risposta silenziosa : “Perché tutto ci possono togliere ma non la nostra dignità”
Nel museo Yad VaShem di Gerusalemme troviamo il monumento alle giovani vittime della Shoah con il viso do Uziel Spiegel , morto a due anni e mezzo.
Sorride.
Provate a cercare nell’ archivio virtuale dello Yad VaShem quanti sono morti che avevano il vostro nome di battesimo. O il vostro cognome.
Cercate i disegni dei bimbi del Ghetto Di Terezin: Farfalle sul filo spinato.
La giovane sorella di Elie Wiesel , Tzipporah, è morta.
Eppure il fratello ha vinto in Premio Nobel per la Pace, abbiamo avuto l’ onore di conoscerlo ed ascoltare le sue parole. Ascoltate! Ci invita ancora e sempre a fare.
Wiesel ci vorrebbe dire , come Primo Levi: ricordatevi di santificare la Giornata della Memoria.
In modo laico.
O facendo appello alla Misericordia del Signore Misericordioso. Non c’era Misericordia dove morirono.
In tanti cantavano nel camminare verso la morte: “Ani Ma Amin”, Io Credo nella venuta del Messia: e se tarderà, lo aspetterò.
Ricordare l’Olocausto ci fa capire cosa sia la crudeltà umana
E quanto l essere umano sia capace di lottare e rialzarsi, perfino dall’Abisso.
Ha detto Anna Frank : “Eppure gli uomini non sono cattivi”.
Grazie a quelli che avranno avuto il coraggio di leggere.
On this Remembrance Day 2024 we want to remember the Holocaust of women and children. Previously we remembered Liana Millu and Hannah Szenes. It’s time to browse one of the saddest pages in history. A long and painful journey of resilience.
If you don’t want to go through it, I invite you not to continue reading.
In the afterword to the Italian version of the book “Le Mal” by Paul Ricoeur, Paolo de Benedetti makes us reflect on the nature of Nazi cruelty and beyond. Some children were left to die of starvation and hardship before being shot. Hunger drove them to scratch the plaster on the walls with their nails to eat it: the floors of the room where they awaited death were covered in excrement.
A fact that reminds us of a famous scene from the film “Schindler’s List” in which Jewish children took refuge in a latrine to survive one more day the selection that would have exterminated them. The scene of the little girl in the red coat who first walks through the streets of the ghetto as if she were invisible is famous from the same film. To then be one of the many bodies piled up in the Ghetto.
Why remember the young victims?
Because their life was taken away from them, with their dreams and their possibilities.
Yet the perception we have of them remains distant. Roberto Benigni gave us his award-winning film Life is Beautiful: all of us Italians know the story of this wonderful fairy tale. And thanks to international success, everyone in the world.
Yet the harsh reality is that Giosuè and Dora died of gassing in Auschwitz. Or shot in nations whose borders have been dismembered by war. Drowned in the Danube tied to a boulder. The flames suffocated them in the Warsaw Ghetto. Yet Giosuè and Mamma Dora won: let us bow to the strength and courage of all the Doras who, thanks to their sacrifice, gave dignity to the terrible final moments of their children’s lives. “Why did Mom make me wear Shabbat clothes if we are about to be shot?” I imagine Mother’s look and her silent response: “Because they can take everything away from us but not our dignity”.
In the Yad VaShem museum in Jerusalem we find the monument to the young victims of the Shoah with the face of Uziel Spiegel, who died at the age of two and a half.
He smiles. Try searching in the Yad VaShem virtual archive for how many people who died who had your first name. Or your last name.
Look for the drawings of the children of the Terezin Ghetto: Butterflies on the barbed wire. Elie Wiesel’s young sister, Tzipporah, has died.
Yet her brother won the Nobel Peace Prize, we had the honor of meeting him and listening to his words. Listen! He invites us again and always to do. Wiesel would like to tell us, like Primo Levi: remember to sanctify Remembrance Day.
In a secular way.
Or by appealing to the Mercy of the Merciful Lord.
There was no Mercy where they died. Many sang as they walked towards death: “Ani Ma Amin”, I believe in the coming of the Messiah: and if he will tarry, I will wait for him.
Remembering the Holocaust makes us understand what human cruelty is.
And how much the human being is capable of fighting and getting back up, even from the Abyss.
Anne Frank said: “Yet men are not evil”.
Thanks to those who had the courage to read.
Gabriele B.